Quaresima di carità

QUARESIMA DI CARITA’

La cura mediante la solidarietà.

La solidarietà esprime concretamente l’amore per l’altro, non come un sentimento vago, ma come «determinazione ferma e perseverante di impegnarsi per il bene comune: ossia per il bene di tutti e di ciascuno perché tutti siamo veramente responsabili di tutti». La solidarietà ci aiuta a vedere l’altro – sia come persona sia, in senso lato, come popolo o nazione – non come un dato statistico, o un mezzo da sfruttare e poi scartare quando non più utile, ma come nostro prossimo, compagno di strada, chiamato a partecipare, alla pari di noi, al banchetto della vita a cui tutti sono ugualmente invitati da Dio.

 La bussola per una rotta comune

La diakonia delle origini, arricchita dalla riflessione dei Padri e animata, attraverso i secoli, dalla carità operosa di tanti testimoni luminosi della fede, è diventata il cuore pulsante della dottrina sociale della Chiesa, offrendosi a tutte le persone di buona volontà come un prezioso patrimonio di principi, criteri e indicazioni, da cui attingere la “grammatica” della cura: la promozione della dignità di ogni persona umana, la solidarietà con i poveri e gli indifesi, la sollecitudine per il bene comune, la salvaguardia del creato.

In un tempo dominato dalla cultura dello scarto, di fronte all’acuirsi delle disuguaglianze all’interno delle Nazioni e fra di esse, vorrei dunque invitare i responsabili delle Organizzazioni internazionali e dei Governi, del mondo economico e di quello scientifico, della comunicazione sociale e delle istituzioni educative a prendere in mano questa bussola” dei principi sopra ricordati, per imprimere una rotta comune al processo di globalizzazione, «una rotta veramente umana». Questa, infatti, consentirebbe di apprezzare il valore e la dignità di ogni persona, di agire insieme e in solidarietà per il bene comune, sollevando quanti soffrono dalla povertà, dalla malattia, dalla schiavitù, dalla discriminazione e dai conflitti. Mediante questa bussola, incoraggio tutti a diventare profeti e testimoni della cultura della cura, per colmare tante disuguaglianze sociali. E ciò sarà possibile soltanto con un forte e diffuso protagonismo delle donne, nella famiglia e in ogni ambito sociale, politico e istituzionale.

Non c’è pace senza la cultura della cura

La cultura della cura, quale impegno comune, solidale e partecipativo per proteggere e promuovere la dignità e il bene di tutti, quale disposizione ad interessarsi, a prestare attenzione, alla compassione, alla riconciliazione e alla guarigione, al rispetto mutuo e all’accoglienza reciproca, costituisce una via privilegiata per la costruzione della pace. «In molte parti del mondo occorrono percorsi di pace che conducano a rimarginare le ferite, c’è bisogno di artigiani di pace disposti ad avviare processi di guarigione e di rinnovato incontro con ingegno e audacia».

In questo tempo, nel quale la barca dell’umanità, scossa dalla tempesta della crisi, procede faticosamente in cerca di un orizzonte più calmo e sereno, il timone della dignità della persona umana e la “bussola” dei principi sociali fondamentali ci possono permettere di navigare con una rotta sicura e comune. Come cristiani, teniamo lo sguardo rivolto alla Vergine Maria, Stella del mare e Madre della speranza. Tutti insieme collaboriamo per avanzare verso un nuovo orizzonte di amore e di pace, di fraternità e di solidarietà, di sostegno vicendevole e di accoglienza reciproca. Non cediamo alla tentazione di disinteressarci degli altri, specialmente dei più deboli, non abituiamoci a voltare lo sguardo, ma impegniamoci ogni giorno concretamente per «formare una comunità composta da fratelli che si accolgono reciprocamente, prendendosi cura gli uni degli altri».

(Messaggio del Santo Padre Francesco per la celebrazione della LIV giornata mondiale della pace gennaio 2021)

ATTIVITA’

  • Continua l’attività del Centro di Ascolto e l’ascolto che ognuno di noi pratica nella vita quotidiana come strumento per conoscere i bisogni che emergono nella comunità.
  • Continua la distribuzione dei pacchi alimentari.
DOMENICA  

LETTURE

 

SIMBOLO INIZIATIVA CARITA’
I^ DOMENICA

21 febbraio 2021

Gn 9,8-15

1Pt 3,18-22

Mc 1,12-15

TENTAZIONE NEL DESERTO

   

 

FAMIGLIE IN RETE: utenze, affitto….

II^ DOMENICA

28 febbraio 2021

Gn 22, 1-2a.10-13.15-18

Rm 8, 31b-34

Mc 9,2-10

TRASFIGURAZIONE

   

MISSIONE SUORE S. ANNA

III^ DOMENICA

7 marzo 2021

Es 20,1-17

1Cor 1,22-25

Gv 2,13-25

PURIFICAZIONE AL TEMPIO

  FARMACO SOSPESO
IV^ DOMENICA

14 marzo 2021

2Cr 36,14-16.19-23

Ef 2,4-10

Gv 3,14-21

LUCE E VERITA’

  Carità del Vescovo: INIZIATIVA CARITAS DIOCESANA
V^ DOMENICA

21 marzo 2021

Ger 31, 31-34

Eb 5,7-9

Gv 12, 20-33

IL CHICCO DI GRANO

  Iniziativa Caritas diocesana

 

Non è Pasqua

Poche parole, ma vorrei che fossero pesanti

come il macigno che ostruiva la tomba di Gesù.

Non è Pasqua, la nostra, se non ci riconciliamo:

con la vita, con la città,

con la natura, con la fantasia.

Non è Pasqua, la nostra,

se non ci riconciliamo con noi stessi,

per ritrovare il gusto del vivere,

per ricucire le lacerazioni

della nostra povera anima,

per dar senso al nostro andare,

al nostro soffrire, al nostro lottare,

al nostro amare, al nostro morire. 

Non è Pasqua, la nostra,

se non ci riconciliamo col fratello,

col prossimo con cui abbiamo litigato,

che ci ha offeso, che non ci tollera,

che ci ha calunniato,

col quale stiamo in causa.

Non è Pasqua, la nostra,

se non ci riconciliamo con il Signore,

puntando tutto su di lui.

Non in un irrazionale gioco d’azzardo,

ma in un empito totalizzante

di fede e di amore. 

Pasqua di riconciliazione!

Allora la brocca della nostra vita,

frantumata ed esposta al sole di luglio

su un deserto di ciottoli roventi,

si ricomporrà, finalmente.

Lo spirito la ricondurrà

accanto a un pozzo, sotto la palma,

perché accolga il refrigerio dell’acqua fresca

e la brezza della primavera.

Don Tonino Bello